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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

Cerchi concentrici: il sasso nello stagno

In questa serie – cerchi concentrici – graffiati sulla superficie. Alcuni tratti anche se interrotti, parzialmente cancellati, hanno di per se un'identità così precisa, che ne basta un brevissimo tratto per intuire la direzione e la forma.  Il cerchio, inteso come figura geometrica, ha questa caratteristica: anche se ne manca più di un quarto, o che non sia completamente chiuso, continua ad avere una sua identità di “cerchio” tanto da spingerci a chiuderlo con la nostra immaginazione. È una forma così ancestrale che secondo me ha la forza di attrarre sempre la nostra attenzione. In particolare, ho proposto differenti tipi di tratto, dal verde sfumato con macchie scure, ai neri grossi in rilievo bruciati come lava fredda, ai sottili e calligrafici cerchi in marrone. Tutti presentano  vari gradi di interruzioni, che si originano sempre dal centro verso l’esterno. L'opera è stata realizzata in Gres  ad alta temperatura, 1260°C, in fornace a legna; cristallina bas

Ordine e caos interrotto

Si cambia registro, dai disegni a qualcosa di più impegnativo. Con questa serie inizio ad ampliare la paletta di colori basici partendo da ossidi puri, presenti in natura. In questa tris sperimento – macchie – di blue, marrone e nero, con ossidi in purezza per avere tutte le sfumature possibili combinazione con la mia cristallina. Si va dal colore in forma granulare “terrena”, al vetro fuso liscio “perfetto”.  L’ordine è dato dalla disposizione del materiale sulle superfici, mentre, il caso è dettato dalla fusione.  La forza del fuoco, spinto fin quando la luce emessa dalla fornace diventi accecante: il momento in cui bisogna fermare tutto, interrompere il “caldo” caos, affinché tutto prenda forma nel “freddo” ordine. L'opera è stata realizzata in Gres ad alta temperatura, 1260°C, in fornace a legna; cristallina base cenere e colorazione in ossido di ferro puro; composta da: due dischi diametro 13 cm, altezza 2,5cm. Opera Disponibile

Pratica disegno #9: Bambini persi

Come si fa ad aver paura di un viso?  Se ogni viso è unico e se ogni paio d’occhi è lo specchio dell’anima, allora di cosa abbiamo paura?  Forse degli occhi vacui, senza pupille, sguardi senza direzione, senza futuro. Oppure dei visi scuri, sporchi, sfregiati dalla vita, che scrutano l’osservatore mettendolo a disagio. Ma, non sarà, la solita storia della paura del diverso? L'opera è stata realizzata in Gres ad alta temperatura, 1260°C, in fornace a legna; cristallina base cenere e colorazione in ossido di ferro puro; composta da: tre dischi diametro 13 cm, altezza 2,5cm. Opera disponibile

Pratica disegno #8: Dis-graziato oriente, due enso

Inutile riprende la polemica del precedente post, peraltro sterile in quanto fatta solo per il mio esclusivo diletto. In questa composizione ho disegnato due enso speculari, come a guardarsi: due vite, due percorsi, che hanno avuto spinte in diverse direzioni pur tornado irrimediabilmente verso il proprio centro, verso loro stessi.  Il disegno è più graffiato, presenta parti in rilievo unite a parti molto ruvide e spesse al tatto. Penso sia un bel tratto molto pieno che in foto non rende molto bene.  È un simbolo della calligrafia orientale che mi ha sempre affascinato: Il tratto del pennello intinto una sola volta, schiacciato sul foglio e trascinato in una rotazione vitale finché non ci sia più inchiostro per chiudere il cerchio. Una splendida metafora. Qualunque sia la quantità di inchiostro (tempo) a nostra disposizione ci trasciniamo finché c’è vita, ognuno nel suo verso, ma tutti seguendo il cerchio che ci spinge a ricongiungerci con noi stessi e forse anche con l’universo.