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Pratica disegno #4: Polluce e le “mie” maschere


Ho scelto tre maschere della tragedia greca dal catalogo di Polluce, che trovo proprio attuali. Visi nascosti da maschere nate per amplificare uno stato d’animo, oggi sono sfuggite dai teatri e dalla storia. Una società che amplifica solo indifferenza, disperazione e apparenza. 

Ecco le maschere che propongo, volutamente in questo preciso ordine partendo da sinistra:

Nella prima ho tratto ispirazione dalla maschera Mesokouros prosphatos. Una giovane donna coi capelli non acconciati di media altezza tagliati da poco tempo, la sua espressione indifferente contemporaneamente distesa, dura, quasi violenta.

Nella seconda ho rivisto i tratti della Mesokouros ochrá. Una donna di bel aspetto, con capelli ben acconciati e morbidi boccoli che contrastano fortemente con l’espressione contratta e accigliata. La sua bocca aperta, interrotta tra l’urlo e lo sconcerto.

Infine per la terza ho cercato la maschera Mélas anér. Un uomo maturo, ma ancora relativamente giovane, nella pienezza delle sue forze. Barba e capelli arricciati ordinatamente, con folte sopracciglia, tese e contratte, a sottolineare l’espressione calma e severa. Con occhi dilati orbite vuote e fisse, specchio di un anima vuota.

Sperando che questo lavoro possa essere riprodotto in una “dimensione” diversa, magari in bassorilievo tra qualche tempo… “Maledetta magna grecia!”.

L'opera è stata realizzata in gres ad alta temperatura, 1260°C, in fornace a legna; cristallina base cenere e colorazione in ossido di ferro puro; tre dischi Diametro 13 cm, Altezza 3cm.




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